DRAGHI, UN PRIMO PASSO VERSO LA NORMALIZZAZIONE

Nemmeno più la vergogna delle proprie azioni riescono a provare gli eletti del Movimento 5 Stelle. Dopo aver collezionato i peggiori risultati economici e sociali dell’ultimo trentennio ancora li vediamo nelle interviste a voler rivendicare politiche e scelte amministrative che hanno fatto piombare l’Italia ai minimi storici. 

L’Istat ci informa che la crescita del PIL italiano, che misura lo stato di salute economico del nostro Paese, nel quarto trimestre del 2020 è calato di 6,6% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. E consideriamo che anche nei trimestri precedenti il 2019 non erano anni di crescita ma anzi di stagnazione. Da Bankitalia veniamo a sapere che negli ultimi 12mesi il debito pubblico è salito di 159,4 miliardi di euro portando il totale deficit statale ad euro 2.569 miliardi di euro, un cifra strabiliante che pesa per oltre 43mila euro su ciascuno di noi e vuol dire quasi 100mila a famiglia. 

E di fronte a questi dati che fanno tremare qualsiasi capo famiglia assistiamo alla triste vetrina dei parlamentari movimentisti che puntano alle elargizioni di redditi, bonus e prebende a chiunque pur di essere ricordati. 

Ormai sono tante le voci fuori dal coro che chiedono una politica più seria, più preparata e meno superficiale che punti di più alle soluzioni dei problemi e meno agli slogan e alle rivendicazioni autoreferenziali. Sono tanti gli italiani che sono stufi di queste avventure populiste e che chiedono a gran voce un cambio di passo generale della politica italiana che punti a trovare soluzioni “buone” per l’Italia e per gli italiani. E questo cambio di passo non può che passare attraverso persone come Draghi che sono la cura rispetto a questi movimenti populisti che crescono sempre nelle fasi di crisi per effetto dei malesseri di quella fetta di popolazione culturalmente meno attrezzata per affrontare le fasi di trasformazione.

La Borsa Italiana, che riflette la fiducia degli investitori italiani e stranieri per il futuro del nostro Paese, era rimasta indietro nel recupero post covid di almeno un 7% mentre quasi tutti gli altri paesi europei avevano recuperato la pesante riduzione del febbraio e marzo 2020. Solo l’idea di un cambio di governo con alla guida Draghi ha già permesso di recuperare in pochissimi giorni quel divario ponendoci alla pari rispetto agli altri paesi europei.

Quindi, se da un lato diviene necessario lasciar lavorare Draghi dall’altra parte dobbiamo interrogarci sul come sostenere queste trasformazioni recuperando quella parte di buona società che non crede agli asini che volano, che non crede nel tutto e subito e specialmente che non crede ai falsi profeti ma che invece avverte il pericolo di derive populiste ma non le merita. 

E’ dai singoli territori, con un sentimento di vero costruttore responsabile e con quello spirito liberale che ci contraddistingue, che diviene necessario recuperare il senso di crescere insieme senza condizionamenti e senza personalismi che producono false aspettative verso una società davvero nuova, coesa e libera. 

Marcello Condini

Immagine da radiopopolare.it, tutti i diritti riservati.

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