ISTITUTO FRIEMDAN INTERVISTA L’ON BIANCOFIORE

L’Istituto Milton Friedman Institute intervista l’On. Michaela Biancofiore:

Friedman intervista Biancofiore

Onorevole Biancofiore,
lei aveva previsto quel che sta accadendo e ha da sempre sostenuto con forza l’ipotesi di un Governo di unità nazionale.


E’ soddisfatta di come il Presidente Mattarella ha gestito la crisi?

La necessità di un governo di Unità Nazionale, era evidente già l’indomani del risultato elettorale delle politiche 2018, che non consegnò la vittoria netta a nessuno degli schieramenti in campo nonostante un vantaggio del centro destra unito. Gli italiani avevano detto chiaramente che la loro preferenza andava al centro destra e al Movimento 5 stelle. Quindi o si andava subito al voto o il perimetro della maggioranza doveva essere quello. L’errore è stato quello di limitare il governo solo alla coalizione con la Lega e non con tutto il centro destra. E non si dica che c’era il veto di Di Maio perché non è vero, consiglierei di riascoltare la sua intervista da Lucia Annunziata due giorni prima della nascita del governo giallo verde guidato dal Conte di destra. Anzi Di Maio sarebbe stato Premier. Ora siamo ritornati lì alla partenza, come nel gioco dell’Oca avendo perso molto tempo e denaro, degli italiani. Il Presidente Mattarella, di cui è noto l’aplomb, ha finalmente perso la pazienza innanzi all’indecoroso spettacolo dei sedicenti “costruttori-ricattatori” e ha chiamato il Migliore con la M maiuscola. Forse anche per rimediare al suo benestare al Conte di sinistra, che non aveva numeri, obiettivi programmatici ed è sopravvissuto grazie al dramma della pandemia. Non dimentichiamo però, ad onor del vero, che il miracolo Draghi è dovuto in larga parte allo straordinario coraggio politico di Renzi.

Come vede la figura del Presidente incaricato Mario Draghi?

Giudicare il Presidente Draghi è perlopiù ridicolo, per lui parla il curriculum ma soprattutto gli obiettivi salvifici raggiunti nella sua carriera. Ricordiamoci sempre che non ci sarebbe più la stabilità dell’Euro e forse la tenuta economico sociale della nostra Italia se lui non avesse imposto il Quantitative easing anche alla Germania che non è stata delicata con lui.

Personalmente mi inorgoglisce l’idea di sedere in un Parlamento chiamato a sostenerne l’azione di governo. E ho molto apprezzato il il rispetto mostrato nei confronti del parlamento come espressione della volontà popolare. Poi lasciamo perdere che io preferirei che i parlamentari fossero davvero eletti dal popolo con le preferenze, ma questa deve essere un’iniziativa parlamentare. Penso che Draghi sia un coraggioso e allo stesso tempo paradossalmente umile. D’altronde Mario Cecchi Gori col quale ho lavorato a lungo prima della politica mi diceva sempre : “ricordati che brand si è la gente lo sa quando vali, non c’è bisogno di mostrarlo”.

Quale conformazione tra tecnico e politica assumerà Ia proposta di nuovo Governo secondo lei?

Io credo che Mattarella abbia affidato il mandato a Mario Draghi perché si è reso conto che non è più questione di governo di unità, ma di emergenza nazionale. Draghi non è chiamato ad una passeggiata di salute e quindi deve avere le mani libere per attorniarsi di ministri che rispondano solo a lui e non alle logiche di partito. Penso però che nessun governo possa essere apolitico e che se siamo in guerra tutti i generali debbano essere in prima linea. Fossi in lui nominerei tutti i leader che lo appoggiano vice premier creando un consultorio permanente e smart per il via libera agevole del parlamento.

Quali dovrebbero essere le 3 priorità del nuovo Governo Draghi?

Più semplice e scontato da dirsi che a realizzarsi. Nell’ordine, sanità, sviluppo economico, ergo lavoro e istruzione. Una catena inscindibile, ma ora bisogna subito impedire la morte della gente col piano vaccini e la strage delle imprese. Poi far ripartire il Paese col Recovery found dando un futuro alla Next Generation ITALIA.

Quale sarà secondo lei il ruolo di Forza Italia e del Presidente Berlusconi nella dinamica che si sta configurando?

Berlusconi ha avuto un ruolo fondamentale con le sue parole di saggezza nell’approdo al governo del Migliore e, si spera, dei migliori. E’ oltre un anno che predica sulla necessità di mettere da parte le legittime ambizioni politiche di partito per pensare tutti insieme al salvataggio del Paese. Ha saputo tornare centrale con le sue perle di conoscenza ed esperienza che spaziano dall’economia alla geopolitica, alle istituzioni europee- sapendosi conquistare la stima anche degli acerrimi ex nemici di sinistra. Per Draghi, che fu scelto dal suo intuito per il vertice di Bankitalia e della BCE, Berlusconi sarà un forte punto di riferimento e un’ ancora di certezza del sostegno dei suoi parlamentari. Inoltre la nostra classe dirigente, se Berlusconi saprà scegliere lealisti sinceri e preparati, autenticamente berlusconiani – non come fu per il governo Letta- potrà dargli grandi soddisfazioni nella sua azione di governo.

Pensa sarà un problema per il futuro del Centrodestra la diversità di posizioni su cui si stanno assestando i partiti rispetto all’ipotesi del nuovo Governo?

No, perché il centro destra è un sentimento unitario nel cuore degli italiani più che essere solo una coalizione politica, destinato a ricongiungersi sempre. Ma vorrei tanto che il centro destra fosse unito nel sostegno a Draghi. Capisco Giorgia Meloni che stimo molto oltre a considerarla un’amica. La sua coerenza e linearità finora l’ha pagata nella crescita di un partito che ha inventato da zero, ed è stata bravissima. Ma qui si parla di mettere in pratica l’indubbio patriottismo che la caratterizza, per il supremo interesse nazionale. Per altro sbaglia quando dice che questo governo sarebbe a trazione giallo-rossa, è vero il contrario visti anche i dubbi del PD, centro destra più Renzi meno Leu, sarebbe maggioranza.

Mario Draghi è considerato un keynesiano, ma come abbiamo sottolineato in questi giorni non è mai stato ideologico, anzi, ha più volte avallato anche le teorie economiche di Milton Friedman. Quali politiche economiche saprà mettere in campo secondo lei?

Saprà fare sintesi tra le due visioni economiche, non a caso si autodefinisce un socialista liberale. In ogni caso politiche espansive che contempereranno l’intervento dello Stato al quale è affidato non a caso il Recovery found e la “Reaganomics” che fu pilastro della ripresa economica degli Stati Uniti negli anni ‘80, di presidenza Reagan. Non a caso il Presidente Draghi si è formato in larga parte negli USA.

Il nostro Istituto, di cui lei fa parte, stimolerà il nuovo Governo a portare avanti politiche economiche liberiste e di abbattimento della pressione fiscale. Qualche suggerimento?

Ben vengano gli stimoli sempre intelligenti dell’Istituto Friedman. Mi auguro che il Presidente Draghi dia nuovo impulso alle privatizzazioni all’interno però del sistema Italia, senza svendita delle nostre eccellenze. C’è ancora troppa invasività della mano pubblica laddove il privato può fare meglio. Basti pensare alla Provincia Autonoma di Bolzano, dove il pubblico fa concorrenza insana al privato. Sicuramente la flat tax che è nel programma del centro destra, ma personalmente sarei per un approccio più soft con la possibilità immediata di potersi detrarre ogni spesa dalle tasse come accade perlopiù negli Usa appunto. Se si può detrarre riparte la richiesta e quindi il lavoro e soprattutto, piaga dell’Italia, si inizierebbe a porre fine seriamente al lavoro nero e all’evasione.

Grazie per la sua chiarezza Onorevole!

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